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Non ho visto il film ma ne sono venuta a conoscenza, oggi 18 novembre, leggendo un articolo da un giornale on-line. Subito mi sono collegata al sito e vedendo a conoscenza del film e delle foto dell’Ospedale Psichiatrico di Perugia, mi sono molto emozionata perché il mio papà Colangeli Fernando per 40 anni ha lavorato presso il Nosocomio psichiatrico, in qualità di infermiere professionale e so quanto sia stato importante per lui. Quando il papà iniziò a lavorarci era molto giovane e ricordo che diceva sempre che non era facile lavorare in una Struttura del genere, perchè più che un lavoro era una missione. Infatti negli anni ’50 il manicomio per i “pazienti” era veramente cancellare la propria dignità umana e solo con il passare degli anni e con le nuove disposizioni di legge i pazienti riacquistarono i propri diritti umani e il “matto” venne considerato “malato di mente”. Oggi il mio papà non c’è più, se ne è andato purtroppo a tre anni dal suo pensionamento il 20 novembre 1993 e proprio a ridosso dei suoi 20 anni dalla scomparsa esce il film……bellissimo “regalo”…..sono sicura che da lassù apprezzerà. Infatti, mi diceva sempre che dovevano raccontare in un film il “manicomio” perché la gente potesse essere informata sui malati di mente che non erano “bestie” da cui star lontano ma erano solo persone meno fortunate di altre talvolta abbandonate anche dalle proprie famiglie. Zurli, Neri, Agostini, Repartino sono alcuni dei padiglioni che ricordo perché papà ci prestava il suo servizio; egli era molto sensibile ai suoi “pazienti” somministrava loro le terapie prescritte dai medici, Manuali, Sediari ……con professionalità e deduzione mai pensando che il malato che gli stava difronte fosse un “matto”. Decio, il Ciccio, sono alcuni dei nomi di malati che ricordo, perché papà raccontava spesso di loro, della loro vita e di come vivevano nella “famiglia” dell’ospedale psichiatrico. Per tutto questo, ringrazio il regista Carlo Corinaldesi per aver realizzato il documentario “Dentro le proprie mura” raccontando un pezzo di vita dei “malati di mente” in Perugia.
Donatella Colangeli
Ho visto il documentario, semplicemente stupendo. Capace di descrivere il dolore anche attraverso l’ironia e sfumature di gioia con tristezza tangibile. Bravissimo Carlo, hai saputo mescolare le diverse sfaccettature della vita che sfumano nell’anima ogni giorno. Toccante e commovente, bravissimo!!!
Questo documentario oltre ad essere bellissimo e commovente è stato per me un grande spunto di riflessione! Non ero a conoscenza così diretta di ciò che succedeva negli ospedali psichiatrici di un tempo e soprattutto amo pensare che un luogo che ha assorbito tanta sofferenza e tante ingiustizie si sia evoluto fino a diventare la mia scuola. L’aspetto che mi ha colpito di più, e che però allo stesso tempo mi rende triste guardando la situazione attuale in generale del nostro periodo, é di come sembrava possibile per delle persone con idee così rivoluzionarie cambiare il sistema, ho profonda stima di queste figure che ce l’hanno fatta e mi dispiace non averne saputo niente fino a questo film! Veramente complimenti da questo film ho appreso molto!